Archivio Progetti Conclusi

RistorAzione

Il progetto “RistorAzione” mira a fornire una valida offerta formativa rivolta a persone richiedenti asilo ospitate nel progetto di accoglienza Mare Nostrum, gestito da Caleidos.

Il corso di formazione è stato fornito dal Centro di Formazione Professionale Nazareno che opera nel campo dell’inserimento lavorativo e dell’assistenza. Il corso ha trattato tematiche legate al mondo della ristorazione ed è andato a formare operatori in grado di lavorare e servire pasti secondo modalità ed indicazioni prestabilite, intervenendo in tutte le fasi del processo di erogazione del servizio ristorativo, sia all’interno della cucina che nel servizio di sala.

La particolarità di questa iniziativa ha riguardato il tutoraggio ed il supporto linguistico fornito ai partecipanti e beneficiari del corso. In aula, infatti, era presente un’insegnante della SPAC- Scuola Per Adulti Caleidos che ha supportato i richiedenti asilo durante le lezioni.

Runaway Show

La festa “Runaway show”, realizzata il 16 giugno 2016 grazie al contributo del Quartiere 1, rappresenta un progetto partecipato e collettivo che ha coinvolto numerosi volontari e operatori dei diversi soggetti coinvolti: la Cooperativa Sociale Caleidos, l’Associazione di Volontariato “Palmipedoni”, l’Associazione “Insieme a noi” e la Scuola CPIA di Modena. Il progetto è nato da un lavoro in rete fra le diverse personalità impegnate su tematiche di integrazione, intercultura, pace ma anche di sobrietà, stili di vita e sostenibilità. Obiettivo della giornata era contribuire a creare un’esperienza personale per i soggetti coinvolti e di educazione alle tematiche della sostenibilità

Gli obiettivi:

* Far socializzare e creare gruppo, miscelare le diverse creatività e diversità,

* sensibilizzare ai valori del recupero e del riutilizzo,

* promuovere il rispetto, la tolleranza e la comprensione reciproca,

* creare un clima di integrazione fra i soggetti coinvolti,

* favorire la collaborazione e la partecipazione dei soggetti in attività di laboratorio per la realizzazione della giornata.

Durante la giornata sono stati esposti i lavori prodotti dal laboratorio di sartoria e cucito realizzato con il contributo delle realtà coinvolte. Il laboratorio di sartoria e cucito si è svolto presso le strutture de “La Fonte” ove da anni opera un gruppo di volontari impegnati nella realizzazione di progetti di inclusione sociale rivolti a soggetti interessati da percorsi di disagio psichico, marginalità sociale ed altre condizioni di esclusione. I laboratori hanno permesso alle persone coinvolte di riacquistare abilità e competenze in un percorso di condivisione. Le attività laboratoriali finalizzate alla realizzazione della sfilata si proponevano di superare la dimensione del mero “intrattenimento” per collocare l’attività riabilitativa all’interno degli scambi sociali e al centro di un momento di socializzazione e sensibilizzazione pubblica. La sfilata ha rappresentato il collegamento fra culture e diversità dando la possibilità di conoscersi e comprendersi. La possibilità di comprendere, di comunicare e di poter esprime se stessi è indispensabile per la costruzione di un rapporto sociale e interculturale.

“L’unione di fili diversi per la realizzazione di un abito comune è il concetto stesso di integrazione sociale.”

Questa sfilata è nata dall’unione di forze diverse che attraverso questa giornata hanno provato a divulgare una consapevolezza etica in un’ottica di tutela della dignità sociale e ambientale. Lo spazio della scuola, già luogo di scambi interculturali e scelto proprio per far risaltare il suo valore, è stato animato da banchetti di associazioni e mercatini dell’usato, ma anche di attività di laboratorio e musica per tutti i soggetti coinvolti. Attraverso l’arte si è voluto rendere affascinante e stimolante l’incontro tra le associazioni e la comunità. La serata ha visto in passerella i ragazzi e i volontari che hanno collaborato, sono stati quindi rappresentati diversi spaccati di una società e messi a contatto due mondi che spesso non si incrociano. L’ottica è stata quella del rispetto reciproco, ma anche del rispetto per la terra, una sorta di “nessuno escluso”. Si è affrontato il tema del vivere sostenibile, del consumo consapevole che parte da rispetto delle diversità, non più viste come limite, ma come un valore aggiunto. L’evento ha unito in sè mercatini di abiti usati, laboratori di teatro, concerti e la sfilata. Tutti i proventi raccolti sono stati destinati alla creazione di nuovi progetti di inclusione.

Aggiungi un posto a tavola

Il progetto rientra all’interno della co-progettazione con Social Point e ha previsto l’organizzazione di un corso di cucina etnica, la cui docenza è stata affidata a richiedenti asilo ospitati dalla coop. Caleidos e la partecipazione è stata invece estesa alla cittadinanza, unendo persone con e senza disagio psichico. L’idea si basa sul presupposto che il cibo costituisca uno strumento di comunicazione molto potente; il suo intrinseco aspetto conviviale, infatti, lo rende un mezzo naturale e divertente per entrare in relazione con gli altri. Nella nostra società ciò che è altro viene spesso evocato solo come fonte di paure o come facile strumento di autoaffermazione (rafforzare la propria identità in contrapposizione a tutto ciò che le differisce). Tuttavia, è nell’accoglienza delle diversità e nel riconoscimento delle somiglianze che si definisce la natura umana in tutta la sua ricchezza. Gli altri per eccellenza sono gli stranieri e i “matti”. Con questi incontri, perciò, si è voluta incentivare la curiosità verso il diverso, attraverso un’attività pratica incentrata sulla preparazione di piatti tipici di paesi stranieri. L’interculturalità, in fondo, è un momento di incontro tra persone. Quando ci si apre all’altro, si contribuisce a contrastare il pregiudizio, apprezzando le ricchezze e le specificità di ciascuno. Lo scambio tra italiani e immigrati è garantito dal fatto che, negli ultimi anni, la cosiddetta “cucina etnica” sta diventando molto di moda. Ciò nonostante, l’obiettivo non è stato quello di un esotico “safari gastronomico”, bensì quello di imparare a conoscere e riconoscere l’identità umana e culturale, il mondo di idee e di rappresentazioni simboliche che sta dietro e dentro il piatto che sperimentiamo, assaggiamo o condividiamo.

Il corso è stato suddiviso in 5 lezioni, ognuna riguardante un paese diverso. Ogni mercoledì un beneficiario del progetto Mare Nostrum diventava cuoco per una sera, mostrando ai corsisti la preparazione del piatto tipico del suo paese di provenienza.

“IntegriaMO”

L’evento, realizzato in data 24 giugno 2017 grazie al contributo del Quartiere 3, è stato una celebrazione ed un momento di ritorno alla cittadinanza dei percorsi di integrazione e socializzazione già intrapresi nell’ambito delle collaborazioni tra la Cooperativa Caleidos (ente gestore dell’accoglienza di richiedenti protezione internazionale), le associazioni di volontariato del Quartiere, le associazioni di salute mentale e il circolo Usl 16.

L’evento ha previsto una serie di attività ludico/sportive la cui finalità è stata quella di mettere in relazione persone provenienti da diverse esperienze e da diversi Paesi. Nella nostra società ciò che è altro viene spesso evocato solo come fonte di paure o come facile strumento di autoaffermazione (rafforzare la propria identità in contrapposizione a tutto ciò che le differisce). Tuttavia, è nell’accoglienza delle diversità e nel riconoscimento delle somiglianze che si definisce la natura umana in tutta la sua ricchezza.

Il programma della giornata ha previsto:

– Torneo di pallavolo e calcetto con la partecipazione di squadre composte da richiedenti asilo (sia uomini che donne), membri del circolo Usl 16, utenti e amici delle associazioni di salute mentale, cittadini e sportivi del Quartiere 3.

– Concerto della Caleidos Flash Crew: La band nasce all’interno del progetto artistico musicale “Caleidos Music-Lab” promosso della cooperativa sociale Caleidos che accoglie ragazzi stranieri richiedenti asilo politico sul territorio di Modena e provincia, in collaborazione con Wave Music Recording Studio Modena e l’associazione culturale Hakuna Matata.

– Esibizione di Matta Banda: Spettacolo realizzato in collaborazione con il Social Point Modena e l’Associazione Intendiamoci. Matta Banda è una marching band, nata dallo studio delle “murghe”, una forma di teatro di strada dalla connotazione fortemente satirica, che mescola musica, teatro e giocoleria.

– Show di Radio Libera Mente: una radio che coinvolge persone con fragilità psichica, richiedenti asilo (progetto “Giving Voice”) e cittadini, il cui collante è la musica e la voglia di raccontare e raccontarsi.

– Banchetti di promozione delle associazioni.

– Cucine dal mondo: aperi-cena in cui le pietanze italiane saranno affiancate da piatti preparati da richiedenti asilo. L’idea si basa sul presupposto che il cibo costituisca uno strumento di comunicazione molto potente; il suo intrinseco aspetto conviviale, infatti, lo rende un mezzo naturale e divertente per entrare in relazione con gli altri.

Erasmus + Blend In

Il progetto BLEND IN intende supportare e rafforzare uno dei gruppi più vulnerabili della nostra epoca, i giovani migranti e rifugiati che entrano in Europa in cerca di condizioni di vita migliori. Obiettivo ultimo del progetto è sviluppare le competenze sociali, civiche e interculturali di questi giovani, informarli circa i loro diritti e promuoverne l’autonomia, la cittadinanza attiva, la partecipazione sociale e l’accesso al mondo del lavoro, al fine di combattere discriminazione e segregazione facilitando la loro integrazione sociale e culturale nel paese che li accoglie.

Al fine di conseguire tale obiettivo, i partner del Progetto BLEND IN hanno sviluppato un kit per l’integrazione culturale, sociale e linguistica, sotto forma di un’applicazione per cellulare, che supporta migranti e rifugiati di recente ingresso in Europa orientandoli nelle differenti realtà sociali e culturali dei paesi ospitanti. Come enfatizzato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’orientamento in ambito culturale costituisce una parte particolarmente importante del percorso di reinsediamento dei rifugiati/migranti, che riduce preoccupazioni e livello di ansia in generale e, al tempo stesso, aumenta le possibilità di integrazione.

Poiché l’integrazione è un processo bidirezionale che coinvolge sia i diretti interessati sia le società che li accolgono, il progetto fornisce ai giovani rifugiati e migranti uno strumento che li aiuta, da una parte, a salvaguardare la loro identità culturale e religiosa e, dall’altra, a rafforzarne le possibilità di integrazione grazie alla conoscenza dei principali elementi culturali, sociali e linguistici della realtà in cui si inseriscono, promuovendo, in tal modo, il dialogo interculturale ed inter-religioso, la tolleranza e il rispetto per le diversità culturali e i diritti umani.

Il Progetto, della durata di due anni (14 Novembre 2016 – 13 Novembre 2018) è finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Erasmus+.

 

La partnership del Progetto BLEND IN comprende 7 organizzazioni appartenenti a 5 differenti paesi europei. In particolare:

Anziani e non solo SCS (ANS) – Italia

Caleidos Cooperativa Sociale Onlus (CALEIDOS COOP. SOC. ONLUS) – Italia

Family and Childcare Centre (KMOP) – Grecia

EEO Group S.A. – Grecia

Foundation for Shelter and Support to Migrants (FSM) – Malta

Centre for Advancement of Research and Development in Educational Technology LTD (CARDET) – Cipro

Canary Wharf Consulting LTD – UK

FAMI StartER

Finanziato nell’ambito del FAMI, il Progetto regionale Start-ER (Salute, Tutela e Accoglienza di Richiedenti e Titolari di protezione internazionale in Emilia-Romagna) vede il coinvolgimento a livello territoriale, di soggetti del terzo settore in co-progettazione con le Ausl di riferimento e ha come obiettivo principale la costituzione di équipe multidisciplinari dedicate alla presa in carico psico-socio-sanitaria dei Richiedenti e Titolari di Protezione Internazionale (RTPI) e dei minori stranieri, anche non accompagnati.

La presa in carico di questo particolare segmento dell’utenza dei servizi pubblici territoriali è avvenuta mediante interventi di sostegno multiprofessionale erogati da personale sociale e sanitario dei servizi pubblici e del terzo settore, rappresentati nelle équipe multidisciplinari.

Sono partner locali di progetto l’azienda Ausl di Modena e Caleidos come soggetto del terzo settore, in co-progettazione.

L’obiettivo specifico di identificazione precoce del disagio psicopatologico ha individuato nel BSI-18 Items lo strumento standardizzato di rilevazione delle vulnerabilità psico – sanitarie. Il test è finalizzato ad un lavoro di sostegno alla persona che viene inviata ai servizi sanitari pertinenti in base alla tipologia di vulnerabilità emersa, previa discussione del caso all’interno dell’equipe multidisciplinare.

La proposta progettuale prevede il coinvolgimento di operatrici interculturali al cui fianco collabora lo psicologo individuato dall’Ausl di Modena per valutare i risultati emersi dalla somministrazione dello screening e l’eventuale prosecuzione del percorso di presa in carico sanitaria. Si tratta di un gruppo operante a cavallo fra le strutture dell’accoglienza e l’équipe clinica multidisciplinare. L’équipe transculturale, grazie ad uno sguardo “dall’interno” e muovendosi fra i vari CAS diffusi nel territorio e le comunità, svolge un ruolo di raccordo con i servizi sanitari e monitoraggio delle criticità di accesso agli stessi, con la finalità di promuovere una maggior conoscenza di come esso si struttura e dei vari livelli in cui si articolano gli accessi.

Gli ambiti d’intervento sono stati individuati in rapporto ad un’analisi del target. Le strutture destinatarie delle azioni di screening sono in carico agli enti gestori nella provincia di Modena ed alle comunità che accolgono minori stranieri non accompagnati:

  • strutture di prima accoglienza CAS diffuse nella provincia di Modena.
  • comunità di minori diffuse nella provincia di Modena.

Lo screening psicologico rivolto ai RTPI è stato quindi realizzato presso le strutture di accoglienza a cura degli operatori, adeguatamente formati, affiancati da personale interno all’equipe FAMI adulti. Le attività di screening sono iniziate a giugno 2017 e si sono concluse a febbraio 2018.

Sono stati sottoposti allo screening 358 RTPI.

Lo screening psicologico rivolto ai Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) è stato realizzato presso le comunità per minori e le famiglie affidatarie del progetto WelcHome, a cura degli operatori, adeguatamente formati, affiancati da personale interno all’equipe FAMI adulti. Le attività di screening sono state svolte nel periodo luglio – novembre 2017.

Sono stati sottoposti allo screening 88 MSNA.

FAMI Casper

Il progetto regionale Fami Casper nasce con l’obiettivo di facilitare e qualificare l’accesso dei cittadini stranieri al sistema integrato dei servizi territoriali (sportelli sociali, centri per l’impiego, servizi socio – sanitari dell’Ausl, sportelli tematici specialistici, anagrafi, ecc.).

Nel lavoro di supporto ai servizi sociali e socio – sanitari intervengono le équipe transculturali messe a disposizione dal privato sociale. Il progetto vede la collaborazione fra servizio pubblico con i Comuni capofila e Caleidos nel ruolo di partner di co-progettazione.

Obiettivo generale è quello di sostenere i soggetti pubblici e del privato sociale nel lavoro di rete e nell’interconnessione, al fine di consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni dei cittadini stranieri.

Il progetto prevede la realizzazione di azioni di informazione, orientamento, accompagnamento, tutoraggio anche personalizzato, consulenza legale, mediazione linguistico-culturale e sociale.

Nello specifico, per quanto riguarda il Comune di Modena prosegue l’attività di supporto alla lettura e alla presa in carico incentrata sui temi della genitorialità, delle maternità difficili e delle madri sole in dei momenti periodici di consulenza delle case manager all’interno di équipe di area in ogni polo sociale.

Inoltre, è stata predisposta un’attività di consulenza attraverso cui un esperto specializzato in permessi di soggiorno ed aspetti di carattere legale – normativo offre supporto al servizio sociale nella lettura dei permessi di soggiorno.

Collaborazione progetto primi 1000 giorni – Centro Per le Famiglie (solo per Polo 1): Le azioni si sono svolte nello spazio di libero accesso per genitori, dove sono state inserite le figure di due mediatrici (area Maghreb e area Ghana/Nigeria) che hanno svolto una funzione di supporto all’ufficio Pacchetto Famiglie – in particolare per la richiesta di assegno di maternità – favorendo inoltre la fruizione dello spazio di libero accesso alle mamme straniere. Le risorse individuate hanno lavorato su un piano informale con le donne straniere e garantito, durante lo svolgimento dell’attività, orientamento ai servizi, in particolare a quelli socio – educativi.

Nei Distretti della provincia, vengono svolte le seguenti attività:

  • Unione dei Comuni dell’area Nord: Interventi domiciliari finalizzati al monitoraggio delle situazioni alloggiative e alla trasmissione di informazioni utili per usufruire dei servizi ACER. Gli interventi sono svolti dall’operatore affiancato da un mediatore interculturale attivato sulla base del bisogno linguistico rilevato. Questa attività viene anticipata da una fase preparatoria/formativa in cui Acer istruisce i vari operatori coinvolti presso la propria sede. Viene prodotta, ad integrazione dell’attività, una reportistica aggiornata su quelli che saranno i passaggi effettuati di volta in volta. Il case manager è il riferimento operativo e la persona con la quale i partner locali devono confrontarsi rispetto all’andamento delle azioni, in particolare criticità ma anche analisi del bisogno. Per agevolare la sua funzione di supervisione è stato ipotizzato il coinvolgimento della sua presenza in occasione delle équipe che il servizio svolge mensilmente.
  • Distretto Unione delle Terre d’Argine: È stata inserita la figura di un operatore all’interno dello sportello sociale. Trattandosi di uno sportello ad ampia vocazione operativa le attività di supporto spaziano da RES REI, bonus sociale e richiesta ERP. È stata inoltre inserita la figura di un mediatore hindi/urdu presso lo sportello casa inclusione che offre un supporto sull’orientamento ai servizi, azioni post sisma e pratiche RES/REI.
  • Distretto dell’Unione Comuni del Sorbara: sono stati definiti momenti strutturati di supporto e consulenza ai potenziali beneficiari e si è in attesa dell’approvazione dei referenti istituzionali.

Infine, sono stati organizzati due focus group partiti a Giugno 2018: il primo verte sui temi dell’etnopsichiatria, mentre l’ultimo sul sistema della tratta.

Nello specifico, il focus di etnopsichiatria è stato organizzato con la collaborazione del centro Fanon di Torino ed era incentrato sul ripensamento dei concetti di cultura e malattia, violenza e trauma, con l’obiettivo di offrire degli strumenti epistemologico/interpretativi utili alla costruzione della relazione di aiuto in contesto migratorio.

L’ultimo focus group ha visto la partecipazione del prof. Carchedi, esperto di flussi migratori e meccanismi della tratta. Il docente ha fornito dati quantitativi sulle vittime di tratta per restituire le dimensioni del fenomeno in Italia, privilegiando un focus sui temi dello sfruttamento sessuale e lavorativo.

Integrarsi...con un click!

Progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola con l’obiettivo di migliorare il processo di integrazione socio-lavorativa di richiedenti asilo tramite l’apprendimento di nozioni basilari dell’uso del computer e di internet.

Il progetto prevede l’implementazione di un corso di cultura digitale composto da moduli di alfabetizzazione informatica e di informatica di base.

Esso è rivolto ad adulti richiedenti asilo, accolti nel progetto Mare Nostrum e domiciliati nel territorio del Comune di Mirandola. I beneficiari sono persone provenienti da Africa ed Asia, giunti in Italia da poco tempo e frequentanti la scuola di italiano L2 con diversi livelli di apprendimento linguistico. Il progetto, pertanto, attraverso la conoscenza delle nuove tecnologie e dei linguaggi multimediali, si propone di fornire un utile strumento per la decodifica della nuova realtà in cui i beneficiari sono inseriti, permettendo loro di avvicinarsi ad un codice di apprendimento nuovo e diverso, offrendogli la possibilità di acquisire competenze nell’uso delle nuove tecnologie.

“Integrarsi…con un click!” vuole fornire agli stranieri strumenti e competenze per rendersi protagonisti consapevoli del proprio inserimento nel territorio attraverso la ricerca autonoma di informazioni in ambito sociale, lavorativo, previdenziale e culturale.

Le lezioni sono tenute in compartecipazione da un insegnante di italiano L2 SPAC (Scuola per Adulti Caleidos) di Caleidos Cooperativa Sociale Onlus e da un insegnante informatico Auser Mirandola, la sede del corso è l’aula multimediale dell’Istituto Tecnico Economico Luosi di Mirandola.

Velomodena

Formazione professionale e accompagnamento al lavoro di giovani neet e stranieri richiedenti asilo nel campo dell’assemblaggio, personalizzazione e manutenzione di mezzi meccanici leggeri per la mobilità.

Progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna e realizzato in partnership con le associazioni: Amazzonia Sviluppo Onlus, Acli, Auser, Insieme a noi, Civibox e Una mano alla città.

Il progetto ha l’obiettivo di:

  • formare e sostenere nella ricerca di occupazione giovani disoccupati, italiani e stranieri richiedenti asilo;
  • trasmettere loro conoscenze di base e addestramento pratico nel campo della meccanica, elettrotecnica e informatica;
  • fornire un rinforzo nella conoscenza della lingua italiana e della terminologia inerente le attività lavorative nel campo della meccanica semplice e dell’elettromeccanica;
  • prestare particolare cura alla crescita personale dei corsisti attraverso un processo continuo di accompagnamento per il rinforzo dell’autostima, della spinta motivazionale, della responsabilizzazione;
  • favorire lo sviluppo di competenze relazionali dei corsisti, chiamati ad agire in contesti lavorativi strutturati;
  • fornire un accompagnamento nell’approccio al mondo del lavoro concordando con l’azienda ruoli e modalità di inserimento.

Il corso è costituito da tre edizioni da 12 partecipanti l’una, per un totale di 36 corsisti formati e in grado di entrare nel mondo del lavoro. La metà di essi sono richiedenti asilo giunti nel Comune di Modena attraverso i sistemi di accoglienza Mare Nostrum e Sprar; l’altra metà è individuata, da tutti i partner della rete, tra i giovani italiani che hanno abbandonato gli studi e non hanno ancora trovato lavoro, con particolare attenzione a chi vive situazioni di fragilità e marginalità.

Ogni edizione dura tre mesi e si sviluppa in diverse fasi, vi è un primo incontro di socializzazione che ha l’obiettivo di favorire la conoscenza e la nascita di relazioni tra i corsisti (3 ore), a seguire vi è un corso base di lingua italiana tenuto dall’associazione “Una mano alla città” (20 ore). La parte centrale del corso, nonché quella più importante, riguarda il modulo di ciclomeccanica vero e proprio (108 ore), tale formazione è tenuta da 3 ciclomeccanici affiancati, durante ogni lezione, da una insegnante di Caleidos. L’ultima parte riguarda invece il modulo base di informatica (40 ore), tenuto dall’associazione Civibox.

Il progetto è iniziato ad ottobre 2018 e terminerà ad ottobre 2019.

S.I.A.M.O. Prossimità

Progetto nato da una partnership tra Caleidos, Cooperativa Sociale Il Girasole e Associazione Porta Aperta. Realizzato tra i mesi di ottobre 2017 e marzo 2018, aveva le seguenti finalità:

  • procedere ad un’attività di mappatura dei luoghi di ritrovo dei gruppi informali e delle comunità di stranieri nel Comune di Modena;
  • favorire il dialogo interculturale;
  • garantire uno spazio di ascolto e di counseling itinerante di carattere interculturale;
  • consolidare ed approfondire la rete dei servizi territoriali, sia pubblici che privati, che a diverso titolo concorrono all’integrazione di cittadini di Paesi terzi;
  • rilevare i bisogni e le problematicità degli stranieri residenti.

Il progetto prevedeva la raccolta continua di informazioni relative al territorio e ai luoghi di aggregazione informale dei cittadini di Paesi terzi, una mappatura dei servizi socio-sanitari territoriali e la raccolta di informazioni utili per dare chiare indicazioni per l’accesso agli stessi, realizzazione di uno sportello mobile che svolgeva servizio in forma itinerante. Le uscite sul territorio sono state svolte nei luoghi di ritrovo dei gruppi informali di giovani e cittadini, in particolare di Paesi terzi (CAG, polisportive, parchi, piazze…). Ogni intervento prevedeva:

  • contatto e costruzione di una relazione significativa attraverso il dialogo e il confronto;
  • condivisione di strumenti informatici (app e siti, con particolare attenzione a quelli messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale) a cui accedere per orientarsi nella mappa delle opportunità cittadine;
  • informazione sui temi di prevenzione volti a promuovere il benessere e la consapevolezza dei comportamenti a rischio più frequenti per quanto riguarda il target di riferimento;
  • distribuzione di materiale informativo cartaceo, composto da opuscoli circa gli effetti dell’alcol e delle principali sostanze psicotrope, sulle malattie a trasmissione sessuale, sulle normative relative al codice della strada, etc…
  • collegamento tra l’utenza, i servizi e le agenzie educative del territorio qualora si fosse manifestata l’esigenza di portare avanti azioni preventive in ambiti più specifici. La facilitazione consisteva nella presa di contatto da parte del personale dell’unità mobile con il personale dei servizi di competenza predisposto all’accettazione, in modo tale da garantire la programmazione del primo accesso da parte del cittadino straniero al servizio;
  • sondare la presenza di eventuali problemi relazionali col contesto nel quale il gruppo si incontra (residenti del quartiere, gestori di locali pubblici ecc.) e condividere possibili modalità di superamento del conflitto;
  • report dell’uscita, oggetto di analisi in equipe al fine di adeguare gli interventi alla luce di quanto rilevato.
S.I.A.M.O. PM

Il progetto realizza interventi di mediazione sociale linguistico-culturale a supporto dell’attività di prossimità della Polizia Municipale del Comune di Modena. Viene presentato dal Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) costituito da CSS (Consorzio di Solidarietà Sociale) capogruppo mandataria con incarico a Caleidos Cooperativa Sociale Onlus e Mediando s.c.a.r.l., da Gulliver Società Cooperativa Sociale, impresa mandante. L’RTI ha il fine di integrare le risorse dell’uno e dell’altro soggetto con l’obiettivo di concretizzare, secondo i criteri della migliore qualità, la progettazione e realizzazione delle azioni orientate al fine di ridurre la conflittualità in contesti territoriali e abitativi specifici nell’ambito del

progetto SIAMO-Sistema per l’Integrazione e l’Accoglienza a Modena. In particolare rinforza il presente RTI l’idea che possa risultare utile, dal punto di vista delle opportunità offerte, integrare l’esperienza di Caleidos, che si occupa di migranti, disagio e presidio del territorio con l’esperienza della Cooperativa Sociale Mediando, che si occupa di mediazione sociale dei conflitti e della Società Cooperativa Sociale Gulliver nell’ambito della mediazione interculturale e della gestione degli interventi socio-educativi.

 Obiettivi del progetto sono:

  • far conoscere, rispettare e valorizzare le diversità, superando le reciproche diffidenze, paure e pregiudizi;
  • favorire una convivenza democratica, ordinata, positiva, prevenendo comportamenti discriminatori, xenofobi e antirazziali;
  • facilitare l’accesso ai servizi e alle altre opportunità territoriali da parte degli immigrati e delle immigrate, attraverso un’azione di “ponte” tra servizio/operatore e utente straniero e un’azione di filtro per decodificare e indirizzare il bisogno. (favorire e permettere la realizzazione di pari opportunità di parole e ascolto nell’ormai inevitabile mescolamento di identità culturali);
  • facilitare il rapporto operatore – utente Obiettivi specifici sono: rendere concreto e utile il dialogo attraverso l’interpretariato del linguaggio, della comunicazione non verbale e degli atteggiamenti, delle storie e delle culture che si confrontano nel processo di relazione;
  • favorire, con il proprio intervento, l’avvio di un percorso di autonomia dell’utente, per trasformarlo in soggetto attivo e responsabile;
  • organizzare interventi info-formativi pubblici, rivolti alla popolazione di origine straniera, al fine di aumentare il proprio grado di conoscenza;
  • distribuire di materiale informativo (tradotto nella lingua delle aree linguistiche anglofone, maghrebine, esteuropee, turche, indopakistane, cinesi), utile ad avere un rapido e comodo strumento che faciliti l’accesso ai servizi e aiuti alla comprensione di norme ed ordinanze;
  • effettuare sopralluoghi per conoscere monitorare i contesti urbani ed abitativi a forte prevalenza di cittadini stranieri, dove la relazione interculturale necessita di un intervento di gestione del conflitto.

 

L’intervento è caratterizzato dalle seguenti azioni:

  • educativa nei contesti urbani: improntata alle attività di monitoraggio, informazione e prevenzione. É un’attività che permette di avvicinare e contattare i cittadini stranieri nei luoghi di incontro;
  • counseling: attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità dell’individuo, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Favorisce il processo di empowerment dei singoli e delle comunità attraverso il radicamento consapevole di competenze (life skills) che consentano l’espressione e la realizzazione del meglio di sé da parte di ciascuno;
  • mediazione linguistico-culturale: permette di conciliare i valori culturali e religiosi delle comunità di immigrati con le esigenze della società italiana con cui si interfacciano;
  • rete dei servizi socio-sanitari, pubblici e privati: concertazione a livello territoriale degli interventi rivolti alla persona, che si basa su una profonda conoscenza reciproca e un proficuo scambio tra i diversi servizi.
T’informoBus

Unità mobile finalizzata ad attività informative e riduzione dei rischi connessi all’uso di sostanze psicoattive nella popolazione immigrata. Il progetto ha permesso lo sviluppo di una rete consolidata di soggetti istituzionali e non, quali Assessorati alle politiche sociali dei diversi Comuni coinvolti, uffici sicurezza urbana, polizia municipale, servizi per le dipendenzE patologiche (SerT), strutture ospedaliere, associazione di volontariato, Avvocati di Strada, APA.

Gli obiettivi del progetto sono stati i seguenti:

  • promuovere la conoscenza e favorire l’accesso dei cittadini stranieri ai servizi sanitari per le dipendenze patologiche e le malattie sessualmente trasmissibili del territorio;
  • favorire il dialogo interculturale;
  • garantire uno spazio d’ascolto e di counseling itinerante di carattere interculturale;
  • coinvolgere le comunità straniere, facendone attori responsabili nell’attività di informazione;
  • consolidare ed approfondire la rete dei servizi territoriali attivi nel campo dei servizi socio – sanitari;
  • fare in modo che gli operatori dei servizi per le dipendenze patologiche e le malattie sessualmente trasmissibili acquisiscano una sensibilità nei confronti del target e mettano in campoazioni rivolte ad esso.
S.A.F.E. Sicurezza (Studenti e Atleti Fanno Esperienza in Sicurezza)

Il progetto ha l’obiettivo di incrementare la cultura della salute tra studenti e giovani atleti, in modo che il consumo rispettivamente di alcol e doping venga riconosciuto come un grave elemento di rischio. Si vuole promuovere, anche grazie alla riflessione tra pari, la capacità di operare scelte di vita salutari, libere e consapevoli.

 L’equipe di lavoro è composta da un medico e da una psicologa e coinvolge gli insegnanti e gli allenatori del gruppo di ragazzi.

Le attività sono state svolte tra i mesi di marzo e giugno 2018 e consistevano in moduli di due ore per due incontri a classe (negli istituti scolastici) e in moduli di 4 ore a gruppo di atleti (nelle società sportive).

Dipende da me

Il Progetto DIPENDE DA ME è stato realizzato in quattro scuole secondarie di primo grado e due società sportive del territorio modenese e provincia, in modo da rappresentare nel modo più ampio le diverse tipologie di giovani e studenti, le classi sociali delle famiglie di origine, e i vari contesti urbani ed extra urbani.

L’ ambito di intervento è quello dei sani stili di vita e dei comportamenti a rischio in adolescenza, per individuarli precocemente, sviluppare un pensiero critico e riorientare le scelte dei giovani. In particolare il progetto ha preso in esame: alcool e droghe con focus sulla cannabis, consumo precoce di tabacco, gioco d’ azzardo, doping e integratori sportivi, uso dello smartphone. Gli interventi con i giovani sono stati incentrati sullo sviluppo di queste “life skills “: gestione delle emozioni, problem solving, capacità di prendere decisioni, senso critico e auto consapevolezza.

Progetto Liberi di - Liberi da

Progetto iniziato il 26 febbraio 2018 in RTI con la Cooperativa sociale Il Girasole ed in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili di comune di Modena.
L’obiettivo è promuovere la diffusione di buone prassi per il contrasto al consumo di alcol e sostanze stupefacenti nella popolazione giovanile. A partire da questo obiettivo generale vengono individuati i seguenti sotto-obiettivi:
– realizzare percorsi di cittadinanza attiva e microprogettualità incentrate sul tema della legalità e dell’adozione di sani stili di vita;
– realizzare interventi di peer education sul consumo di alcol e sostanze stupefacenti ed il loro effetti nelle scuole secondarie di secondo grado di Modena e provincia e nei Centri di Aggregazione Giovanile (C.A.G);
– realizzare incontri formativi rivolti ai genitori sugli effetti derivanti dal consumo di alcol e sostanze stupefacenti;
– sensibilizzare i giovani ad adottare comportamenti sicuri alla guida. Contribuire alla riduzione di incidenti e/o sanzioni legate alla guida nella provincia di Modena;
– realizzare una mappatura della popolazione giovanile di Modena e provincia.

Il progetto, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento per le politiche antidroga, si è concluso il 26 febbraio 2020.

Progetto PASS - MO

PASS – MO è un acronimo che sta per “Portierato di Animazione e Sicurezza Sociale a Modena” oppure “porta di accesso”, “passaggio”, ma anche “lasciapassare” e viatico per gli altri servizi e le connessioni sociali del territorio.

I soggetti coinvolti in co – progettazione, oltre a Caleidos, sono: Cooperativa Mediando, Gulliver Società Cooperativa Sociale ed il Comune di Modena.

Il progetto si occupa di mediazione sociale, linguistico/culturale, di conflitti e svolge attività di mutuo aiuto, housing sociale e sostegno alle famiglie più fragili. Cerca attraverso un costante monitoraggio del territorio di capire le necessità ed i bisogni della cittadinanza, si occupa di proporre attività di animazione e presidio sociale in collaborazione con le realtà associative ed economiche del quartiere. Attraverso diverse iniziative cerca di dare accoglienza ai nuovi residenti, di indirizzare ad una educazione civica, urbanistica e sociale partendo direttamente dalle richieste dei cittadini. 

Caleidos nel corso della progettualità ha realizzato attività di presa di contatto ed orientamento ai servizi delle persone, in prevalenza straniere, che vivono il quartiere ed in particolare le zone prospicienti a Viale Gramsci ed il Parco XXII Aprile. La cooperativa ha realizzato corsi di alfabetizzazione rivolti a donne e madri straniere, in collaborazione con le scuole Marconi. Ha inoltre attivato percorsi di educazione cinofila rivolti ai binomi (proprietario/cane) usuali frequentatori dell’Area di Sgambamento presente nel Parco XXII Aprile.

Progetto Buonalanotte

Buonalanotte è un servizio di prossimità realizzato in RTC con la Cooperativa sociale Il Girasole su mandato del Comune di Modena – Assessorato Politiche Giovanili e si inserisce all’interno del Coordinamento Regionale delle Unità di Strada della Regione Emilia Romagna.

L’intervento è realizzato da due operatori e prevede:

  • preventivo contatto col referente del locale o della festa nel quale verrà svolto l’intervento;
  • predisposizione di una postazione visibile nel locale anche avvalendosi di luci portatili proprie;
  • contatto con i giovani che frequentano il locale o luogo;
  • invito alla prova gratuita, anonima e senza sanzione dell’etilometro (strumento bio medicale a marcatura CEE) e conseguente confronto sul tasso alcolemico registrato,
  • confronto sugli stili di divertimento e vita degli intercettati, informazioni circa le conseguenze legate al consumo di alcool e droghe associate alla guida rispetto alla normativa vigente;
  • compilazione di una scheda dei test eseguiti e dei luoghi nei quali si è intervenuti;
  • distribuzione di opuscoli informativi (alcol e malattie sessualmente trasmissibili), presidi sanitari e gadget;
  • consigli su come poter affrontare il rientro a casa in sicurezza.

Le attività consistono nella presa di contatto, prevalentemente all’uscita del locale, dei frequentatori, distribuzione di materiale informativo, possibilità di effettuare alcol test gratuiti e di consegnare buoni taxi per fare rientro a casa.

Il Canile intercomunale di Savignano sul Panaro

Il canile, situato nel Comune di San Giovanni in Persiceto, è stato gestito dal 2011 al 2017 in appalto con il Comune di Savignano sul Panaro.

Nella struttura sono stati accolti animali provenienti dai comuni di Savignano sul Panaro, Vignola, Castelvetro di Modena, Marano sul Panaro, Guiglia, Zocca e Montese. Il canile aveva una capienza di centoquaranta animali e contava in media cinquanta presenze.

La Cooperativa ha, nel corso del 2016, sottoscritto una convenzione con l’Associazione di Volontariato Animalista OIPA sezione Provinciale di Bologna.

Canile di Bologna

La struttura ci è stata affidata direttamente dal comune di Bologna per sette mesi a partire dal 1/10/2017, ha accolto cani e gatti provenienti dal comune di Bologna e di Castelmaggiore con una capienza di  circa 200 cani e 100 gatti e si estendeva su un’area di 10.000 mq. 

Mediamente ha ospitato 150 cani e 50 gatti. Il canile era diviso in 7 settori a seconda delle caratteristiche degli animali ospitati e vi operavano tre operatori dedicati esclusivamente alla cura dei cani e tre che si occupavano delle pulizie sia dei box che delle aree di sgambamento. Nel gattile erano impegnati due operatori che svolgevano le attività sia di cura degli animali che di pulizia dei locali che li ospitavano.

Non vi sono state convenzioni con associazioni di volontariato perchè i volontari che operavano all’interno della struttura non erano iscritti al registro comunale ed operavano singolarmente.

Il Canile Comunale di Montecchio nell'Emilia

Il canile è stato gestito dal 2015 al 2018 dalla Cooperativa in regime di affidamento dal Consorzio di Solidarietà Sociale di Modena che ha operato in appalto con il comune di Montecchio in Provincia di Reggio Emilia.

La struttura aveva una capienza limitata a dodici cani provenienti dal Comune di Montecchio.

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